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Pierino e il lupo cattivo

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Forse ha ragione Renzi. L'unico modo in Italia per cercare di smuovere le acque e riuscire a chiudere la riforma della legge elettorale e della rappresentanza popolare è trovare la quadra tra i due principali schieramenti politici (uno al governo e l'altro all'opposizione), blindare il tutto e cercare di far convergere su questo disegno quante più forze politiche possibili.

Vedremo se Renzi avrà ragione. Personalmente, per il bene del Paese, glielo auguro. Su due questioni, però, non sono in sintonia con Renzi: una più formale, l'altra sostanziale. La prima: Renzi poteva evitare di tenere l’incontro con Berlusconi nella sede nazionale del PD. Potevano incontrarsi da qualsiasi altra parte. Permettere al leader di Forza Italia di entrare nella casa della sinistra italiana è stato un gesto, generoso se vogliamo da parte di Renzi, che il fiuto politico di Berlusconi non si e' lasciato sfuggire. Inoltre, questa scelta discutibile non ha certamente giovato ai rapporti con la minoranza interna del PD che ha mal digerito la mossa politica del Segretario. Le dimissioni di Cuperlo ne rappresentano l'ultimo effetto. Il pragmatico Renzi in questo caso ha sottovalutato il valore simbolico dell'evento. Ma la “grande” politica è anche questo e Renzi farà bene a memorizzare l’errore.

La seconda questione è sostanziale: la rinuncia al sistema delle preferenze.

Qui Renzi poteva e doveva osare di più. Le liste bloccate, siano fatte di 5 o di 25 nomi, sono il punto di partenza dei disastri in cui versa la politica italiana. Un parlamento di nominati è un parlamento che alla fine rimane succube delle segreterie dei partiti. Aspetta l'input dai leader politici per decidere o non decidere su qualsiasi questione, come e' avvenuto in questi ultimi due mandati parlamentari. E' proprio il punto centrale che si deve abbattere per riconquistare l'interesse del popolo alla politica. Del resto il vituperato porcellum era odiato proprio per il sistema delle liste bloccate e dell’impossibilità di scelta del candidato da parte dell'elettore. Ed ora che siamo forse vicini a cambiare la legge elettorale, vogliamo mantenere in essere il punto più odioso della precedente legge?

Poco importa rispondere che il PD sceglierà i propri candidati con le primarie. Primo, abbiamo visto tutti i problemi che hanno avuto le primarie del PD, con accuse di brogli da Torino a Catania. Secondo, non tutti i partiti svolgono le primarie. Pertanto il problema rimane aperto. Renzi su questo punto sta sbagliando e farebbe bene ad ascoltare i suoi alleati di Governo, che su questo tema hanno compreso meglio i desiderata degli elettori, di destra, di centro e di sinistra.

In conclusione: bene Renzi nel suo tentativo a testa bassa di smuovere la situazione magmatica della politica italiana. Ci riuscirà? Non lo sappiamo, ma gli auguriamo di sì. Però deve stare attento a manie di protagonismo che potrebbero irritare oltre modo quelle forze che vogliono il cambiamento solo a parole. E molte di quelle forze Renzi se le trova in casa sua. Il passaggio parlamentare non è ancora iniziato e sarà lungo e difficile. La mancata elezione di Prodi a Presidente della Repubblica risale a pochi mesi fa…

Renzi al tempo stesso dovrebbe riconsiderare il sistema delle preferenze, altrimenti tutto quello che di buono sta cercando di fare risulterebbe vano. Forza Italia alla fine le accetterebbe, diversamente avrebbe difficoltà a giustificare ai suoi elettori il naufragio dell’accordo su questo punto.

Le prossime settimane saranno le più lunghe di questa legislatura, ancora un mese e sapremo se si andrà a votare in primavera o nel 2015.

Forza Italia (quella vera!)

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